L’ora della chiarezza e dell’impegno

di  Associazione Valtellina nel futuro

Le azioni sinora messe in atto per affrontare la crisi si stanno rivelando assolutamente inefficaci. La ragione prima è che non vi è in chi governa la percezione del delicatissimo momento che sta attraversando oggi la società. Non si tratta, infatti, di una delle solite crisi (seppure,forse, la più drammatica) che, fisiologicamente, accompagnano il processo di crescita capitalista. Si è di fronte, piuttosto, al collasso di un sistemache,in quanto tale, ne mette in discussione i principi fondanti e ne coinvolge tutte le componenti, senza eccezioni: la finanza, l’economia, la politica, l’etica, l’ambiente, l’immaginario collettivo.

Da una crisi di sistema si esce solo con un cambiamento di paradigma, ma questo esige la piena comprensione delle cause di un fallimento e, soprattutto, una visione di futuro. Purtroppo è proprio quello che sembra mancare ai vertici istituzionali, altrimenti, la sola spiegazione che si può dare a scelte incongruenti,implicherebbe derive antidemocratiche e oscuri scenari disumanizzanti.

In questo contesto, Valtellina nel futuro, proseguendo nello sforzo di dare compimento ai propri scopi statutari e riprendendo precedenti pronunciamenti e proposte, intende aprire, con questo breve comunicato,qualche squarcio di verità e trasparenza nell’ingannevole e confuso agire e dibattere nazionale e locale. Le persone hanno il diritto di sapere, per quanto possibile, la verità.

1. Rigore e crescita non possono essere le soluzioni alla crisi. Il rigore potrebbe essere efficace laddove andasse davvero a colpire privilegi e sprechi, ma si sa che in questo sistema non è così. Normalmente va a scaricarsi sui più deboli e onesti, innalzando il livello di ingiustizia ed esasperando un clima sociale già teso a causa della disoccupazione e del venire meno delle protezioni sociali. La crescita non è sopportabile dal pianeta, se è vero che l’impronta ecologica dell’umanità è già ora nettamente oltre il consentito, con, oltretutto, una popolazione in vertiginoso aumento.

2. Il superamento della crisi sta nel passaggio ad un nuova societàsobria e solidale, non più asservita ai dogmi consumistici e competitivi. Una società, del resto, che scaturiràdalla sostituzione dei combustibili fossili con le energie rinnovabili e che sancirà l’abbandono dell’armamentario di arroganza, presunzione e dominio che ha caratterizzato l’epocafossile, introducendo ad una nuova era in cui le relazioni tra gli uomini e con la natura saranno improntate al rispetto e all’armonia.

3. Essendo energie diffuse, non concentrate, le rinnovabili restituiranno centralità ai territori. Le comunità locali potranno riappropriarsi dell’autonomia e responsabilità sottratteloro dai processi di concentrazione del potere e delle ricchezza determinati dal mercato globale. La partecipazione, le identità e specificità torneranno ad essere valori, come lo erano nelle società tradizionali.

4. La scelta governativa, ratificata dal Parlamento, di imporre dall’alto in nome dell’austerità una riforma istituzionale che aggrega Comuni e Province, trasformando queste ultime in organismi di secondo livello, pur se condivisa dalle forze politiche, è poco democratica e in stridente contrasto con la visione di futuro sopra descritta. Ugualmente anacronistiche sono le difese dello status quo. Un cambiamento di sistema comportanuovi equilibri istituzionali che solo una rivisitazionegenerale e profonda di tutta l’architettura, dagli enti più periferici a quelli centrali, può assicurare.

5. La proposta della provincia alpina lombarda avanzata da Valtellina nel futuro, come del resto, ad un livello superiore,quella della macro-regione alpina europea, si basa su un criterio di carattere eco-storico, oggettivo e solido. Essa, pertanto, appare fondata e perfettamente in linea con le esigenze di autogoverno e le assunzione di responsabilità implicite nella società delle rinnovabili. Essenziale è che le province rimangano enti elettivi, a garanzia della lorodemocraticità, autorevolezza ed efficacia.

6. Altrettanto importante è la difesa delle piccole municipalità quali ambiti di identità e democrazia, ma dentro un rinnovamento delle regole che vedano l’affrancamento dagli schemi rappresentativi maggioranza/minoranza in favore di forme dirette e plebiscitarie. In tal modo diviene anche possibile demercificare molti servizi (la cui sopravvivenza è fortemente minacciata dalla crisi), riportandoli a comunità civili rinvigorite da un nuovo spirito identitario e orgoglio di appartenenza.

7. Condizione imprescindibile per qualsiasi autonomia dei territori è la disponibilità di risorse. Per la montagna, la principale risorsa è senza dubbio il patrimonio naturale, quello idrico in particolare. Occorre, alla stregua di altri territori alpini, rivendicare con forza la sua titolarità, denunciando il sopruso della Regione Lombardia e il diverso trattamento riservato ad altri territori alpini.

L’Associazione Valtellina nel futuro si appella a tutte le istituzioni pubbliche e private del territorio affinché attorno alla proposta della provincia alpina lombarda e della titolarità del demanio idrico possa nascere una mobilitazione generale, premessa indispensabile per un’interlocuzione efficace con le istituzioni superiori. Intende inoltre lanciare l’iniziativa Montagna Impatto Zero, una sfida culturale per la Valtellina finalizzata alla definizione di un modello di svilupporealmente sostenibile per il proprio territorio.

Sondrio, 13 luglio 2012


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